Premio Cultura della Solidarietà “Bruno Regini”
Ventitreesima Edizione – anno 2022
Il premio viene assegnato a personaggi che si siano distinti in campo regionale per la creazione di una cultura della solidarietà. Non un premio quindi a singoli gesti, ma un riconoscimento a un impegno costante e convinto in favore della solidarietà, speso fra la gente, nel sociale, nella politica o nell’economia.
Cerimonia di premiazione Domenica Primo Maggio 2022 ore 11.30 – Terme dell’Aspio di Camerano (AN)
Il premio per l’anno 2022 verrà assegnato a Don Vinicio Albanesi, un sacerdote che ha dedicato la sua vita all’accoglienza e alla promozione dei disabili e dei non tutelati. SEDE LEGALE: – Via G. di Vittorio, 16 – 60131 – Ancona – C.F. 93007340420 tel e fax 0712868717 – marche@acli.it –
Bruno Regini: un “santo minore” delle Acli e della società civile
Bruno Regini nasce a Urbania, in provincia di Pesaro-Urbino, nel 1929. Nel 1940, terminata la scuola dell’obbligo, lavora in fabbrica a Urbania insieme con suo padre: lavoro duro, lavoro che si lega con il suo forte carattere, determinato e concreto, e che contribuisce nel 1945 alla sua decisione di entrare nella locale Camera del lavoro, aderendo al sindacato dei braccianti agricoli. Compie qui la sua prima esperienza di vita sindacale che lo impegnerà con tutta la pienezza delle sue forze intellettuali e fisiche per l’intera vita. Nel 1948 la rottura del sindacato unitario lo porta a collaborare con la Cisl di Pesaro, nel settore agricolo, e poi con quella di Fano, quale dirigente di zona fino al 1953 quando, all’età di 24 anni, inizia a svolgere la sua attività nelle ACLI della provincia di Ancona con l’incarico di segretario organizzativo. La struttura delle ACLI anconetane trae rapidamente beneficio dalla sua iniziativa instancabile, costantemente volta alla diffusione del messaggio delle ACLI tra i militanti e alla promozione dell’azione sociale tra i residenti nei paesi e nelle città della provincia. In questi anni Bruno Regini incarna il ruolo delle ACLI, rappresentandole con competenza in ogni esigenza sociale, politica e amministrativa della comunità civile, con lo spirito del cattolico democratico che si è messo al servizio dei lavoratori e della gente materialmente e culturalmente meno dotata. La sua esperienza si arricchisce ed è così stimato che nel 1967 viene incaricato di guidare le ACLI della provincia; in seguito verrà eletto presidente regionale e più volte chiamato a partecipare agli organi nazionali del Movimento. Fin dai primi anni del suo trasferimento ad Ancona, la Democrazia Cristiana lo annovera tra i dirigenti provinciali socialmente più sensibili. Consigliere e poi assessore al Comune di Ancona, lascia un lusinghiero ricordo del suo operato come pubblico amministratore. Dal 1974 assume l’incarico di direttore provinciale del Patronato ACLI, dove resta fino a quando la morte lo coglie nel 1978, a soli 49 anni, a seguito di un intervento di neurochirurgia. Don Vinicio Albanesi: una vita dedicata all’accoglienza e alla promozione dei disabili e dei non tutelati Vinicio Albanesi nasce il 20 settembre 1943 a Campofilone di Fermo. Da seminarista conosce don Franco Monterubbianesi, fondatore della Comunità di Capodarco. Con lui apre nel 1971 la comunità di Capodarco di Roma e nel 1974 fa ritorno presso la Comunità di Capodarco di Fermo. Negli anni 1974-1984 la vita di don Vinicio è tutta concentrata all’interno della comunità di Capodarco che riorganizza nell’accoglienza e nella gestione, divenendone presidente nel 1984. Ben presto i tredici disabili che abitavano con don Franco nella vecchia villa della diocesi fermana diventano oltre cento. Provengono da varie regioni d’Italia. Accogliere, condividere, progettare insieme il futuro sono i valori al centro dell’esperienza di Capodarco. La comunità agisce perché i non garantiti prendano coscienza dei propri diritti e doveri e li aiuta a diventare protagonisti del proprio riscatto. Nel 1980 don Vinicio è tra i fondatori del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (CNCA) di cui diventa presidente nel 1990. Mantiene tale incarico fino al 2002. Intanto dal 1980 insegna Diritto canonico nell’Istituto teologico marchigiano. Nel 1992 spinge per far assumere un volto internazionale alla Comunità di Capodarco, contribuendo alla fondazione e alla gestione di una ONG in Italia e di una missione in Ecuador, con la costituzione di due comunità per disabili e di attività economiche per il loro sostentamento. Quindi favorisce l’attivazione di un centro di riabilitazione per disabili in Albania. Nel 1994 diventa responsabile della Comunità generale di Capodarco, organismo che arriva a federare 14 comunità residenziali sparse in 10 regioni, con circa 1000 soci. Nel 2001, don Vinicio promuove l’apertura dell’Agenzia giornalistica quotidiana “Redattore sociale”, prima testata edita da una realtà del Terzo settore. Dal 2008 è presidente del Consiglio di indirizzo dell’Istituto Nazionale Ricovero e Cura Anziani (INRCA), con sede ad Ancona. Nel 2015 gli viene conferita l’onorificenza di Commendatore della Repubblica italiana